patologie trattate
Osteoporosi
sintomi e cos’è
Osteoporosi
L’osteoporosi è una patologia che comporta una riduzione della massa ossea e alterazioni della struttura dell’osso che diventa poroso. Di conseguenza, l’osso diventa più fragile e maggiormente esposto a fratture spontanee o provocate da traumi incorsi durante attività banali, come sollevare un peso da terra. Le zone più comuni di rottura sono vertebre, femore, polso, omero.
Esistono due tipi di osteoporosi: quella post-menopausale, la cui causa principale è legata alla brusca diminuzione degli estrogeni circolanti, e l’osteoporosi senile, legata ad un aumento di un ormone che sottrae calcio e fosfato all’osso. Nelle donne la perdita di massa ossea avviene più rapidamente dopo la menopausa.
L’osteoporosi è in genere priva di sintomi. Un possibile indizio è costituito da un lieve incurvamento della colonna e dalla perdita di 2-3 centimetri di statura da ricondurre all’insorgenza di una frattura vertebrale. Il dolore da frattura vertebrale è di durata limitata nel tempo f per cui i pazienti che ne sono affetti non sanno di aver avuto una frattura a livello delle vertebre.
Le fratture osteoporotiche possono avere conseguenze quali: ricoveri ospedalieri con lunghi periodi di immobilità, necessità di interventi chirurgici e rischio di invalidità e perdita di autonomia.
CAUSE
Le cause principali dell’osteoporosi sono essenzialmente la perdita di calcio e di sali minerali, conseguenza dei cambiamenti metabolici e ormonali ai quali va incontro l’organismo con l’avanzare dell’età. Le ossa del nostro corpo contengono calcio e fosfato, cristalli che permettono allo scheletro di essere rigido. Il continuo processo di rinnovamento (rimodellamento osseo) si compie attraverso due fasi: distruzione e ricostruzione delle strutture microscopiche dell’osso. Nel tessuto osseo sono presenti due tipi di cellule, un tipo addetto alla distruzione (osteoclasta) e un altro che presiede alla costruzione di sostanza ossea (osteoblasta). Durante il processo di rimodellamento, gli osteoclasti distruggono una parte di tessuto osseo, mentre gli osteoblasti producono osso nuovo. Nei giovani, alla fine del processo, la quantità di osso accumulato sarà maggiore di quella presente inizialmente, in quanto in questa fase della vita lo scheletro deve svilupparsi. Nell’adulto sano alla fine del processo verrà invece ricostruita la stessa quantità di osso che era stata distrutta e lo scheletro avrà riacquistato la sua massa iniziale.
Dopo il quarantesimo anno di età circa, il processo distruttivo prevale su quello ricostruttivo.
L’osso tende ad invecchiare, per cui è naturale una riduzione della massa ossea col passare degli anni. Quando l’attività di distruzione prevale sulla formazione di nuovo tessuto osseo, si comincia a parlare di osteoporosi.
FATTORI DI RISCHIO
Le donne sono maggiormente esposte al rischio di sviluppare osteoporosi poiché il patrimonio scheletrico acquisito alla maturità dalla donna è inferiore rispetto all’uomo. Per questo motivo,
è buona norma che tutte le donne dopo i 65 anni si sottopongano a un esame diagnostico.
Tuttavia, esistono alcuni fattori di rischio che predispongono ad avere una scarsa massa ossea e quindi a sviluppare osteoporosi:
• menopausa
• inadeguato apporto alimentare di calcio e vitamina D
• fumo
• alcool
• soggetti con peso corporeo basso
• scarsa attività fisica e vita sedentaria
• scarsa esposizione ai raggi del sole
• diabete mellito
CONSEGUENZE CLINICHE
La frattura vertebrale costituisce una conseguenza clinica molto frequente. Si stima colpisca 1 donna su 4 ed 1 maschio su 20 a partire dai 60 anni di età.
Tale frattura si riscontra casualmente nel corso di esami radiologici eseguiti per altri motivi. In genere, si accompagna ad una violenta sintomatologia dolorosa o altre volte si verifica senza provocare particolare dolore. Ogni frattura vertebrale aumenta il rischio di nuove fratture e di dolore cronico invalidante.
Le fratture del polso sono tipiche dell’osteoporosi post-menopausale, quelle del femore dell’osteoporosi senile. Le fratture della colonna vertebrale comportano un quadro clinico caratterizzato da incurvamento del dorso (cifosi) e da diminuzione di statura. A volte provocano dolore ed inabilità, a volte sono del tutto prive di sintomi Quando queste fratture sono più di 2-3 si ha un incurvamento del dorso e quasi sempre dolore cronico in stazione eretta ed un grave grado di invalidità.
Le fratture del femore negli anziani, sono dovute quasi per il 90%, a traumi di modesta entità, quali una caduta. È accertato che un terzo delle cadute in età senile si verifica in casa e spesso per motivi veramente banali: alzarsi dalla sedia e o dal letto, scivolare sul pavimento lucidato a cera, inciampare in tappeti o in oggetti dimenticati per terra o nei gradini di una scala ecc.
Nelle persone anziane queste fratture si accompagnano ad una serie di complicanze che, oltre a compromettere la qualità di vita e il grado di autosufficienza, prolungano la degenza ed i tempi di recupero funzionale
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